lunedì 14 dicembre 2009

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Che cosa è l'urbanistica oggi? Come si trasforma e come si può trasformare la città contemporanea? Ma soprattutto: da che cosa dipende la qualità della Vita dei suoi abitanti, degli spazi condivisi e dei luoghi d'incontro? In sintesi, che cosa può rendere le nostre città più vivibili ed attraenti?
CONNECTION intende verificare nuovi strumenti per la trasformazione della città d'oggi: siamo alla ricerca di un'architettura e di un'urbanistica differenti, che non partano da un'astratta pianificazione a tavolino, ma siano in grado di crescere e di svilupparsi come un virus benefico, deformando ciò che già esiste, in modo imprevedibile: un'architettura ed un'urbanistica capaci di nutrirsi della vita e dell'energia presenti nella stessa urbanità.
Abbiamo più volte detto in queste pagine, che il senso dell'evoluzione della città e della sua struttura spaziale e formale, non lo vediamo come la successione nel tempo di situazioni statiche, ma piuttosto come una condizione dinamica e volatile, in grado di tenere insieme le pressioni economiche (la prima sessione di riflessioni), i bisogni e i desideri (tutte le altre) delle persone che la abitano.
Introducendo la complessità abbiamo detto che se attribuiamo forza alle connessioni e non ai nodi, riusciamo a confermare la teoria secondo la quale l'essenza della Vita sta nel modo in cui interagiscono le molecole e non nelle singole molecole. Ripensare la città contemporanea a partire dalle connessioni significa, quindi, invertire la prospettiva della centralità dell'oggetto architettonico nella trasformazione del tessuto urbano ed insieme ad esso delle concentrazioni funzionali, e al contrario puntare l'attenzione sulle relazioni sociali e sui flussi Vitali di una metropoli.

Da CONNECTION vorremmo uscissero dei progetti che interrogano la realtà della città di Modena e le visioni che ne scaturiranno non devono essere necessariamente reali o realizzabili. Dovranno lavorare prevalentemente negli "spazi marginali", in quello spazio territoriale dai contorni non ben definiti tra città e paesaggio, il più possibile lontano, temporalmente parlando, dal centro storico, dall'immagine iconica della Città.
All'interno di questo scenario ogni "regista" ha definito un sistema di regole fenomenologiche atte a identificare la complessità della realtà contemporanea. In questo modo nessuno dei progetti di architettura che verranno prodotti proporrà visioni globali o totalizzanti, quanto piuttosto, operazioni progettuali contagiose e dilaganti, che percorrano strade non ancora battute, che sfruttino e rappresentino nuovi spazi e tessuti urbani.
Un Hub di Transportation (come il polo intermodale a cui ci riferiamo) è portatore di territori senza forma, di terre di mezzo: luoghi dove quartieri di pura speculazione si alternano a vuoti urbani; e residui di paesaggio naturale interrompono densi tessuti fisici ed umani. Lì dove le relazioni sociali e spaziali sono insolite, indefinibili o semplicemente difficili da inquadrare, i progetti dovranno cogliere il carattere confuso e vitale di queste aree non per negarlo, ma per cercare di renderlo esplicito e consapevole, inventando, se necessario, nuove relazioni per nuovi spazi.
In questo senso vorremmo che CONNECTION si ponesse in alterità rispetto ai suoi precedenti storici. Se i progetti redatti fino ad ora si concentravano sul problema del disegno della città storica (o almeno di una parte di essa) proponendo visioni urbane utopiche ed elitarie (in un senso e nell'altro senza distinzioni) a partire dalla forma della città antica, CONNECTION, con gli stessi presupposti, vuole cercare di proporre un'interpretazione completamente diversa: non più legata alla fissità della città costruita, ma profondamente interessata alla trasformazione della città contemporanea e al suo rapporto con la storia e la memoria.

Cerchiamo di aprire una finestra su un tessuto urbano in costante trasformazione, e per farlo in modo significativo proviamo a catturare pochi minuti di una realtà mobile ed inafferrabile come il mercurio; una realtà, che proprio come il mercurio, si offre quale mezzo più adatto per misurare la salute della città di Modena, ed in generale della media città italiana. In brevi storie e fotogrammi di pura architettura i "registi" evidenziano patologie e potenzialità della città, mettendo in luce aspetti e fenomeni che ormai da tempo hanno sovrapposto alla città (di Modena nel nostro caso) un'altra città.
CONNECTION instaura un dialogo fra linguaggi artistici, proponendosi di svelare l'anima nascosta della città (Modena) contemporanea, non cercandola dunque nella città storica, bensì in quella città in divenire nascosta dietro ai suoi edifici; nascosta ben oltre i binari della ferrovia e della stazione delle autocorriere, disegnando ed esprimendo la nuova architettura digitalizzando i canoni della complessità.
Non è facile ma ci diverte molto provarci.


MP

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