martedì 3 novembre 2009

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L'ascendente esercitato dall'economia specializzata, governata dai servizi, soprattutto dal nuovo complesso della finanza e dei servizi, e, in certa misura, dal settore culturale, ha in se gli elementi per dar vita ad un nuovo regime economico urbano, poichè, sebbene questo settore sia responsabile soltanto di una parte dell'economia di una città, esso si impone sulla totalità. Questa specie di "pressione" esercitata dal comparto economico in questione, spinge verso un tipo di polarizzazione spazio-economica che va ben oltre le vecchie forme di diseguaglianza che hanno sempre contrassegnato la città.
In questo nuovo scenario risulta fondamentale il fatto che i settori principali possono produrre superprofitti per le aziende e superredditi per i lavoratori di alta fascia. La possibilità di super profitti nei settori principali contribuisce alla svalutazione di settori urbani che non sono in grado di produrli, quantunque la città possa avere un grande bisogno dei loro prodotti e servizi. La crescente domanda di quartieri ultramoderni x il terziario avanzato e di spazi per una vita urbana di lusso, causa lo spostamento di aziende con bassi profitti e di famiglie con basso reddito.
Spesso i settori più modesti del ceto medio lasciano la città, così come la lasciano le aziende che non hanno bisogno di essere presenti in città. Le persone povere, fra cui un numero rilevante di donne e bambini, si trasformano facilmente in senzatetto. Le aziende con bassi profitti che hanno l'esigenza di rimanere in città lottano per la sopravvivenza e molte chiudono i battenti o informalizzano parte della loro produzione.

In conseguenza dei prezzi alti e degli elevati livelli di profitto nell'ambito del settore "globalizzato" (la digitalizzazione del mondo è arrivata ad una diffusione tale da sopravanzare qualsiasi teoria) e delle sue attività complementari ( solo a titolo di esempio : alberghi e ristoranti di gran lusso), gli altri settori incontrano una crescente difficoltà nel competere per spazio ed investimenti. Molti di questi settori hanno conosciuto notevoli retrocessioni e/o spostamenti: per esempio i negozi di quartiere adatti a soddisfare le esigenze locali sono stati sostituiti da boutique e ristoranti che mirano ad accontentare le nuove elite urbane ad alto reddito. Il peso della competenza nell'organizzazione economica ha, da parte sua, concorso ad un nuovo apprezzamento di servizi specializzati e di lavoratori professionisti. Ha anche contribuito a far "bollare" molti altri tipi di lavoratori e di attività economiche come non necessari o non pertinenti all'economia avanzata. E' in questa mescolanza di situazioni ch vanno ricercate le cause principali dell'INFORMALIZZAZIONE del lavoro; sia del lavoro "informale" a bassa retribuzione sia del lavoro "informale" creativo a livello professionistico. La rapida crescita delle industrie con forti concentrazioni di posti di lavoro ad alta e bassa retribuzione ha assunto forme ben precise nella struttura del consumo, la quale, a sua volta, ha avuto un effetto di feedback sull'organizzazione del lavoro e dei tipi di impiego che si stanno creando nella società contemporanea.

L'ampliamento della forza lavoro ad alto reddito insieme alla nascita di nuove forme culturali ha portato a un processo di "gentrification"( sostituzione di vecchi abitanti a basso reddito con nuovi abitanti ad alto reddito) che, in ultima analisi, si regge sulla disponibilità di una vasta riserva di lavoratori a bassa retribuzione.
La gentrification ad alto reddito "funziona" ad uso intensivo di lavoro, in contrasto con la tipica periferia del ceto medio, la quale è invece un processo ad uso intensivo di capitale: tract-housing, costruzione di strade ed autostrade, dipendenza dall'automobile privata o dai treni per pendolari, forte utilizzo di ogni tipo di elettrodomestico e utensile per la casa, grandi centri commerciali con sviluppate pratiche di self-service. Direttamente o indirettamente la gentrification ad alto reddito sostituisce con i lavoratori molta di questa intensità di capitale. In modo analogo i residenti ad alto reddito della città dipendono da manutentori a pagamento in misura molto maggiore rispetto al ceto suburbano, con il suo input concentrato di macchine e lavoro familiare. Dietro le boutique ed i negozi di specialità gastronomiche che hanno sostituito molti dei grandi magazzini e supermercati self-service delle aree "centrali", vi è un'organizzazione di lavoro notevolmente diversa da quella presente nelle grandi aziende standardizzate (le grandi catene di distribuzione). Questa differenza nell'organizzazione del lavoro è evidente sia nella fase di vendita al dettaglio sia in quella di produzione. La gentrification ad alto reddito genera una domanda di beni e servizi spesso non provenienti dalla produzione in serie o non venduti nei punti vendita per la grande massa. La produzione su misura, le serie limitate, le specialità (i piatti di cibo raffinato!) sono prodotti con metodi ad uso intensivo di lavoro e venduti attraverso punti vendita di piccole dimensioni i quali forniscono un servizio completo. Il subappalto di una parte di questa produzione a operazioni a basso costo, anche a sweatshop (manifatture in cui il personale viene sfruttato) o a famiglie è una prassi. L'esito complessivo per l'offerta di lavoro e per la gamma di aziende coinvolte in questa produzione e distribuzione è alquanto diverso da quello che caratterizza le grandi catene, nelle quali prevale la produzione standardizzata. Ad esempio: gli ambienti della produzione in serie e della grande distribuzione facilitano la sindacalizzazione; non la facilitano invece i negozi di specialità o quelli di mobili di design.

Un'altra situazione che incrementa l'Informalizzazione in questo processo di gentrification ad alto reddito è il rapido aumento del volume di modifiche e di restauri edilizi o anche di nuove costruzioni di piccole dimensioni collegato alla trasformazione di molte aree urbane da "ambienti" a basso reddito, spesso degradati, in aree residenziali e commerciali a più alto reddito. Ciò che nelle aree periferiche o suburbane delle città potrebbe richiedere un massiccio programma di nuove costruzioni, può facilmente consistere nel ripristino di vecchie strutture nel caso delle aree urbane centrali, in cui con ogni probabilità si trarranno alti guadagni dai vecchi edifici restaurati. Il volume del lavoro, le sue dimensioni ridotte, il suo uso intensivo di manodopera e l'alto contenuto di competenze, la pressione del tempo e la natura a breve termine di ogni progetto, sono tutti elementi che portano ad una fortissima incidenza di lavoro informale.

L'aumento della popolazione a basso reddito ha contribuito anch'esso alla proliferazione di operazioni di piccole dimensioni ed all "spostamento" dalle grandi fabbriche standardizzate e dalle grandi catene di negozi, alle merci a basso prezzo. I bisogni di consumo della popolazione a basso reddito sono, in buona parte, soddisfatti da aziende di produzione e distribuzione di dimensioni ridotte, contano sulla manodopera familiare e spesso presentano standard sanitari e di sicurezza al di sotto della soglia minima. Per esempio, abbigliamento a basso prezzo, prodotto localmente in sweatshop, può reggere la concorrenza di importazioni a basso costo. Una crescente gamma di prodotti e servizi, dai mobili a basso costo realizzati negli scantinati, ai taxi abusivi, alle baby-sitter ed alle badanti, è disponibile per soddisfare la domanda della sempre più numerosa popolazione a basso reddito. L'inadeguata offerta di servizi e di beni da parte del settore "formale" contribuisce, da parte sua, ad incrementare i modi informali per assicurarsi tali beni e servizi. L'inadeguatezza può derivare da prezzi eccessivamente alti, dall'ubicazione dei fornitori formali in luoghi inaccessibili o difficili da raggiungere, oppure da una vera e propria mancanza di forniture. Sembra che tale inadeguatezza di forniture formali colpisca prevalentemente aree o individui a basso reddito.

L'esistenza di un raggruppamento di negozi informali può infine produrre economie di agglomerazione che attraggono altri imprenditori. Tale fenomeno è esemplificato nella comparsa, in quasi tutte le città globali, di quartieri di autoriparazioni, di quartieri di venditori ambulanti, raggruppamenti di fabbriche sia regolamentate sia informali in aree non riservate all'industria. Queste aree stanno emergendo tra le poche ubicazioni redditizie per un'attività di tal genere, vista l'aumentata domanda di spazio da parte di offerenti migliori. Le città, molto più regolamentate, di gran parte dell'Europa e del Giappone hanno mantenuto al minimo questi sviluppi in confronto agli Stati Uniti ed al resto del Mondo. Una volta che la città ha un insieme di aziende informali che utilizzano una molteplicità di offerte di mano d'opera, i costi di ingresso per i nuovi imprenditori sono più bassi e, dunque, ci può essere un fattore che produce l'ulteriore espansione dell'economia informale.
In tutte le grandi città tende anche ad esserci una proliferazione di piccole operazioni di servizi a basso costo, rese possibili dalla massiccia concentrazione di persone e dall'afflusso quotidiano di pendolari e turisti. Ciò tenderà a creare forti incentivi per l'avvio di tali operazioni, ma produrrà anche un'intensa concorrenza e rendimenti molto marginali. In una simile situazione il costo della manodopera diventa un aspetto fondamentale e contribuisce alla probabilità di un'alta concentrazione di posti di lavoro a basso salario. Questa tendenza è confermata da vari set di dati che dimostrano come ogni aumento percentuale, ad esempio, del numero di posti di lavoro nel campo della vendita al dettaglio produca nelle grandi aree metropolitane del nord globale, un aumento dello 0,8 per cento dei posti di lavoro al di sotto della soglia di povertà.

Avendo presente questo ampio panorama, possiamo ora chiederci quale sia allora il posto, all'interno di un'economia urbana avanzata, delle aziende e dei settori che sembrano arretrati o privi delle tecnologie avanzate e della base di capitale umano presenti invece nelle aziende leader. Queste aziende e questi settori sono superflui? E che dire dei tipi di lavoratori utilizzati da queste aziende? Come influisce tutto questo nei processi di urbanizzazione? Quale deve essere la "forma" della società contemporanea per soddisfare queste necessità? Ne parleremo nel prossimo capitolo che vi invieremo presto.


Saluti

MP

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